Verso la «stabilizzazione temporanea» dei precari

Fonte: Corriere della Sera  – 17 febbraio 2021

Servono procedure transitorie prima che si possa riformare la procedura dei concorsi. Questo l’appello ribadito al ministro dell’istruzione Bianchi da famiglie e docenti che chiedono una soluzione per garantire che tutti i docenti siano in cattedra il primo settembre. Del resto era stato il premier Mario Draghi, durante le consultazioni con i partiti, a mettere tra le priorità per recuperare il tempo perduto la necessità di avere le scuole aperte e funzionanti già dai primi giorni dell’anno scolastico. A settembre mancheranno anche i supplenti e come trovare una soluzione tocca a Bianchi stabilirlo. Il neoministro qualche idea ce l’ha e l’aveva anzi già messa nero su bianco nel suo piano per la ripartenza che è quel rapporto che l’ex ministra Lucia Azzolina gli aveva affidato in tarda primavera. A settembre nelle scuole italiane mancheranno circa 100 mila insegnanti di ruolo più i supplenti per le cattedre che non sono «vacanti» ma vuote (per distacchi, maternità e altre questioni). Il problema è che le graduatorie sono ormai vuote in moltissime province e per le materie principali del curriculum come la matematica (sulla quale tra l’altro il neo ministro vorrebbe puntare per modernizzare la scuola) e l’italiano. Già a settembre scorso delle 85 mila nuove assunzioni autorizzate dal Mef ne sono andate a buon fine appena un quarto per mancanza di candidati in posizione utile. I 32 mila posti messi a bando con il concorso straordinario che si sta concludendo proprio in questi giorni dopo la lunga pausa causa Covid serviranno a coprirne non più di un terzo, se tutto va bene. Difficile, scrive Bianchi, estrarre un coniglio dal cappello: «Questa situazione è frutto di decisioni e normative accumulatesi nel tempo, e non è facilmente affrontabile e risolubile in tempi brevi». Bianchi ritiene che sia necessario immaginare soluzioni «anche di natura transitoria, capaci di coniugare la rapidità delle procedure con il rigore delle selezioni». Come? Ecco cosa era scritto nel suo rapporto: «Si può pensare a procedure di stabilizzazione temporanea riservate agli attuali precari cui far seguire percorsi formativi con prove finali selettive da definire con successive disposizioni». Parole che fanno sognare i sindacati, che si aspettano per settembre una «stabilizzazione» (leggi: sanatoria) per i precari che non sono rientrati nell’ultimo concorso straordinario. Un percorso che potrebbe riguardare almeno gli insegnanti di sostegno che hanno conseguito «il brevetto» grazie al Tfa, un percorso di formazione universitaria post laurea con sbarramento all’ingresso della durata di un anno. (…)

Abstract intervista di Gianna Fregonara e Orsola Riva

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