La profilassi si ferma Per i presidi prof a rischio

Fonte: il messaggero – 13 aprile 2021

Si complica sempre di più la situazione nelle scuole: se la campagna vaccinale tra i docenti deve fermarsi, allora servono controlli a tappetto con screening e tamponi. Ma attualmente ancora non ci sono. La richiesta di un sistema di monitoraggio puntuale, sia sui tempi dei vaccini sia contagi in classe, arriva dai sindacati della scuola. Al 31 marzo infatti ha avuto la prima dose solo il 62,1% del personale scolastico, peraltro con differenze notevoli da regione a regione. Secondo le stime la percentuale è salita al 69% in questa prima parte del mese di aprile. Tra questi sono pochissimi coloro che hanno potuto avere anche la seconda dose. Quindi resta senza dose tra il 30 e il 40% del personale. L’ordinanza del commissario Figliuolo, infatti, stabilisce di concentrare con la massima urgenza i vaccini sulle categorie fragili e sugli anziani. Una volta messi in sicurezza tutti i fragili e gli over 60, per i quali è più alto il rischio di mortalità o comunque di finire nelle strutture ospedaliere, si procederà con le categorie prioritarie come le forze dell’ordine e il personale scolastico, tra cui docenti e bidelli.

Chi ha avuto la prima dose potrà ricevere la seconda ma per tutti gli altri non resta che aspettare. Si profila però una mappa delle vaccinazioni in ambiente scolastico decisamente disomogenea: (…)

E’ chiaro che si tratta di mettere in sicurezza le categorie più fragili ma allora sulla scuola serve un piano di protezione diverso che preveda il controllo puntuale e costante dei contagi. Ieri i sindacati della scuola hanno incontrato i rappresentanti del ministero dell’istruzione e della struttura commissariale per l’emergenza Covid ed è stata annunciata la costituzione di un osservatorio permanente con le organizzazioni sindacali, con l’impegno a fornire la documentazione e le rilevazioni costanti e continue dei dati relativi all’emergenza. I sindacati Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda, chiedono il potenziamento, da subito, delle attività di tracciamento attraverso test periodici per tutta la popolazione scolastica: si tratta di una richiesta avanzata già per l’apertura delle scuole nel settembre scorso ma finora non è stata mai accolta. Devono essere messe a punto, inoltre, le linee guida che assicurino omogeneità da parte delle Asl nell’adottare le necessarie misure di profilassi che troppo spesso hanno invece creato confusione da una scuola all’altra, con periodi di quarantene diversi e con con diverse modalità di rientro dopo l’isolamento fiduciario. E si attende anche l’aggiornamento del protocollo per le attività scolastiche in sicurezza: è necessario infatti ridefinire i criteri e le misure di prevenzione rispetto alla diffusione delle nuove varianti che nel vecchio protocollo non erano state previste.

Abstract intervento di Lorena Loiacono

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