Modello Draghi: Scuola “fai da te”

“Scuola fai da te”. Temiamo che possa essere lo slogan più adatto per rappresentare la realtà che rischia di prospettarsi a partire dalla fine delle vacanze.

A proporre un kit fai da te per verificare il contagio da Covid a scuola è il governatore del Veneto Zaia ma, visto l’andazzo, c’è da sospettare che il principio dell’autoregolazione arrivi a valere per tutti, a iniziare dalle Regioni.

Il tema ancora al centro dell’attenzione è quello del rientro o meno in classe nella data prevista. A fronte dell’ostinazione del Governo nell’evitare uno slittamento, ci sono i numeri da paura dell’aumento vertiginoso dei contagi.

Non c’è bisogno di essere dei geni per capire quello che succederà alla data di riapertura delle lezioni: in tante aree il numero dei contagi sarà così alto, che la chiusura delle scuole sarà imposta per forza di cose dai presidi o dagli Enti locali.

“Se i bambini e i ragazzi di età scolare continueranno a trainare i nuovi contagi è difficile immaginare che tra una settimana la scuola possa riaprire in presenza”

ha dichiarato Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Biomedico.

Più netto il governatore della Campania De Luca, che chiede lo slittamento della chiusura delle scuole per un mese. Si prospetta quindi quella situazione alla quale, appena insediato, il Governo Draghi aveva annunciato di voler porre fine.

Ossia l’andamento in ordine sparso a livello regionale e di singoli istituti, che aveva contraddistinto la prima emergenza sanitaria.

Avanziamo un sospetto. Che il gioco sia proprio quello: salvare la faccia rispetto al rifiuto di decretare il ricorso alla didattica d distanza, sapendo che tanto la chiusura delle scuole sarà deciso a livello locale. Un tale quadro sarebbe accettabile solo di fronte a casi di criticità limitati a poche realtà territoriali.

Considerato che l’epidemia sta dilagando invece in tutta la penisola, il fatto che venga evitata una disposizione univoca ci appare tanto grave da farci venire un sospetto. Cioè che ci troviamo di fronte a una furbata, per non prendersi la responsabilità di fare una scelta che tanto imporranno i fatti.

A pensare male si fa peccato, come recitava un politico che di strategie sottili si intendeva, ma mai come in questo caso ci sembra valido il “quasi sempre ci si azzecca”.

Direttore Dott. Alberto Barelli

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