DAL CONSIGLIO DI STATO NULLA OSTA PER TITOLI CONSEGUITI ALL’ESTERO E ABILITAZIONE TFA

Regalo di fine anno per 14mila aspiranti insegnanti che hanno conseguito l’abilitazione all’estero.

Il Consiglio di Stato infatti si è espresso a favore del riconoscimento del titolo conseguito all’estero.

Una decisione storica, che segna una vera e propria svolta, aprendo la strada all’insegnamento a coloro che hanno scelto di seguire fuori dai confini nazionali il percorso formativo.

AL MINISTERO SPETTA LA VERIFICA DEI TITOLI

Nella grande maggioranza dei casi i paesi scelti per ottenere l’abilitazione sono la Romania e la Bulgaria.

In Romania ottengono il titolo ben diecimila insegnanti, mentre sono quattromila coloro che optano per la Bulgaria.

Il riconoscimento del titolo non è comunque automatico.

“Spetta al ministero competente – si legge nel dispositivo – verificare se, e in quale misura, si debba ritenere che le conoscenze attestate dal diploma rilasciato da altro Stato o la qualifica attestata da questo, nonché l’esperienza ottenuta nello Stato membro in cui il candidato chiede di essere iscritto, soddisfino, anche parzialmente, le condizioni per accedere all’insegnamento in Italia, salva l’adozione di opportune e proporzionate misure compensative”.

In sostanza spetterà al Ministero la verifica dei requisiti del percorso fatto.

SODDISFAZIONE DA PARTE DEI SINDACATI

I sindacati ovviamente cantano vittoria.

La sentenza pronunciata proprio in riferimento ai numerosi ricorsi presentati con il supporto dei legali messi a disposizione dalle organizzazioni sindacali.

Ivana Barbacci, della segreteria nazionale della CISL, “la sentenza mette ordine rispetto ad una sorta di confusione e ambiguità che fino ad oggi il ministero ha alimentato.

Il provvedimento del Consiglio di Stato per noi si poggia su una base solida dal punto di vista giuridico che è quella della procedura di comparazione.

C’è da salvaguardare il diritto della libera circolazione dei lavoratori tra i Paesi nel momento in cui possiedono titoli che sono stati verificati, equiparati e valutati idonei per lo svolgimento di professioni”.

Alberto Barelli

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