RICORSI CONTRO GLI ACCORPAMENTI SCOLASTICI

Sarà la Corte Costituzionale a pronunciarsi sul piano di accorpamento scolastico deciso dal Ministero dell’istruzione. A ricorrere alla massima istituzione è la Regione Toscana, ben decisa a contrastare il progetto con ogni mezzo.

La Toscana segue così l’esempio della Campania, che aveva già scelto tale strada nelle settimane scorse. Le Regioni possono contare sul sostegno dei sindacati, per i quali le conseguenze del dimensionamento sarebbero pesantissime.

Per la Flc Cgil gli istituti a rischio sono ben quaranta. Un numero alto, destinato a determinare un serio problema occupazionale. In totale la stima è di duecento posizioni a rischio, in gran parte costituite da personale Ata. Il sindacato sottolinea che se nella maggior parte dei casi i tagli comporteranno trasferimenti forzati, per i precari si tratta di non vedere confermato l’impiego.

A livello amministrativo si prevedono inoltre situazioni ingestibili, con plessi di duemila studenti divisi composti da istituti collocati anche in cinque Comuni differenti.

A guidare la battaglia contro l’accorpamento è lo stesso presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che non usa mezzi termini. “L’accorpamento di istituti pregiudica la stessa capacità di svolgere un servizio scolastico adeguato soprattutto nelle aree della Toscana diffusa, mettendo a rischio funzionalità ed efficienza. – spiega – Con il ricorso vogliamo dire che la scuola pubblica non può essere penalizzata, ridimensionata, e considerata oggetto di tagli in un momento in cui invece abbiamo bisogno di offrire più qualità e qualità di servizio scolastico proprio nelle aree più interne, più disagiate, in cui abbiamo il rischio di spopolamento”.

“Insieme ad altre colleghe e colleghi assessori regionali ci siamo sempre dichiarati contrari a questa scelta e ci siamo attivati con i nostri Presidenti per promuovere il ricorso. Mi auguro che, al netto del colore politico, – conclude Giani – anche altre Regioni seguano questa strada a tutela del proprio sistema scolastico.

Il ministro Valditara da parte sua minimizza l’impatto del piano, ritenendo gli allarmi ingiustificati. Anche l’incontro tenutosi nei giorni scorsi non è servito a far avvicinare le posizioni. Il braccio di ferro quindi continua.

Alberto Barelli

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