CONTRO IL CARO AFFITTI STUDENTI IN TENDA 

La protesta delle tende contro il caro affitti dilaga in tutte le università italiane e cresce l’interesse per gli atenei telematici.

Questo maggio è sempre più all’insegna della mobilitazione degli studenti universitari per i prezzi stratosferici delle locazioni. Dopo Milano la protesta è approdata nei giorni scorsi a Roma, dove le tende sono state montate di fronte alla Sapienza.

A iniziare la protesta è stata una studentessa del Policlinico, che ha pensato di denunciare i costi insostenibili degli affitti piazzando la propria tenda, alla quale subito se ne sono aggiunte altre.

LA SOLIDARIETA’ DELLA RETTRICE DELLA SAPIENZA

A Roma la rettrice ha incontrato gli studenti, riconoscendo come il problema sia reale. “Non possiamo che condividere questa vostra manifestazione – ha spiegato – ma è fondamentale lavorare insieme in maniera propositiva, con la Regione e con gli altri atenei per velocizzare i processi”,

GLI IMPEGNI DEL MIUR

Di fronte alla mobilitazione il ministero ha comunicato il proprio impegno per concretizzare il progetto previsto dal PNRR di realizzazione di 60.000 posti entro il 2026. L’intenzione del ministero è quella di individuare ulteriori soluzioni per accrescere il numero già previsto.

Tra le ipotesi c’è quella di sfruttare le caserme abbandonate e i conventi vuoti. Solo con tali soluzioni sarebbe possibile dare alloggio a 20 mila universitari.

CRESCE L’INTERESSE PER LE UNIVERSITA’ TELEMATICHE

Proprio per ovviare anche al caro affitto sono sempre di più gli studenti che scelgono di iscriversi alle università telematiche. Studiare a distanza e poter sostenere gli esami on line rappresenta una valida alternativa alla modalità di studio tradizionale. Uno dei vantaggi è appunto costituito dalla possibilità di evitare di trasferirsi nella città universitaria e risparmiare i costi dell’affitto e del sostentamento.

In generale sono sempre di più gli studenti che rinunciano a spostarsi da casa per i costi sempre più proibitivi, non potendo contare però sui servizi garantiti dalle università telematiche. Queste ultime rappresentano quindi un’alternativa valida anche su questo fronte.

Alberto Barelli

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